Presentazione opuscolo
della Sagra 2005

Le reliquie povere dell’edilizia di Carpenedo
di fine ottocento ed inizio novecento

Copertina dell'opuscolo della Sagra 2005

Quest'anno in occasione della Sagra, pubblichiamo un opuscolo con l'intento di documentare ciò che rimane dell'edilizia popolare sorta tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento.

Più che di un volume, si tratta, come ogni anno, di una pubblicazione che offre una carrellata di fotografie con didascalie delle reliquie di ciò che rimane dell'edilizia popolare di fine ottocento ed inizio novecento del vecchio Borgo di Carpenedo, quindi edilizia povera che sopravvive ancora, nonostante tante demolizioni e soprattutto tanti restauri così radicali che quasi hanno fatto scomparire il volto originale degli edifici.

Ci siamo decisi a fare questa operazione prima che queste case vetuste e povere scompaiano totalmente, nonostante che le norme urbanistiche difendano con i denti questa edilizia popolare di taglio contadino.

Nel duemila l'opuscolo della Sagra, sotto il titolo "I gioielli di famiglia", documentava l'edilizia nobile ancora esistente, ville venete e palazzi, ora invece vogliamo documentare i resti dell'edilizia povera di Carpenedo, resti più manomessi perché invivibili e che necessitavano di restauri di fondo, perché essendo strutturalmente più poveri, erano e sono vieppiù bisognosi di interventi.

Abbiamo intitolato questa documentazione: "Le reliquie dell'edilizia povera del vecchio Borgo di Carpenedo dalla fine dell'ottocento ad inizio novecento" tentando di fotografare quanto esiste ancora, pur essendo un tipo di edilizia fortemente manomessa ed in via di sparizione.

Ci ha aiutato in questa documentazione la Società dei Trecento Campi, che fino a poco tempo fa, era quasi l'esclusiva proprietaria di queste case e che ora ha messo all'asta per esigenze di bilancio interno.

Il Conte Francesco Malvolti, attuale presidente della Trecento Campi, e memoria storica di questa antica e benemerita Società, ci ha aiutati a scoprire e a datare nel tempo questi edifici ancora superstiti che Gianni Finco ha così fotografati.

Ci auguriamo che questa documentazione possa offrire un punto fermo di riferimento per gli studiosi futuri delle ricerche storiche del passato del nostro paese.

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