Ventennale del
diaconato permanente
a Venezia (1986-2006)

Una messa di ringraziamento sarà celebrata mercoledì 25 ottobre, in basilica di S. Marco, alle 18. Sarà presieduta dal card. Angelo Scola e concelebrata dal card. Marco Cè. In quell'occasione saranno anche presentate le candidature di tre nuovi diaconi: Gianfranco Fiorin, Giuseppe Baldan e Renzo Berton.

Per molti secoli il diaconato nella Chiesa occidentale rimase, nell'Ordine sacro, un grado "di passaggio" verso il Presbiterato. Il Concilio Vaticano II ha voluto che la grazia di questo sacramento ritornasse viva e operante nella Chiesa come grado permanente (LG, 29): "Nel grado inferiore della gerarchia stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il ministero. Infatti, sostenuti dalla grazia sacramentale, nel ministero della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio".

Non si tratta, quindi, di laici "più" impegnati, ma di ministri ordinati che, in unione sacramentale con il vescovo e il suo presbiterio, sono chiamati, mediante l'imposizione delle mani del vescovo, a vivere e testimoniare nella comunione le diaconie della Parola, della Liturgia e della Carità suscitando il fiorire dei ministeri all'interno delle comunità come personificazione di Cristo-servo il quale disse: "Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita" (Mt. 20, 28)

Il diacono permanente partecipa al ministero del vescovo con l'autorità e la grazia di un ministro ordinato e con l'esperienza e l'efficacia di un uomo che esercita una professione e, generalmente, ha una sua famiglia.