Non posso riempire ancora le pagine di un Diario.
Credo però giusto far spazio in me ai "sogni" che sgorgano
dal cuore dal giorno in cui il Patriarca mi ha confermato la sua decisione di
affidarmi la cura pastorale della nostra parrocchia.
Sono sogni che vanno in tutte le direzioni e che rivelano la mia storia,
la mia sensibilità, i miei limiti. Sogni che incrociano la storia e i
volti della nostra comunità, desideri che incrociano i vostri
desideri.
Sono certo che sarà il Signore ad indicare la strada,
a decidere quale prospettiva favorire e sostenere. Faremo tutti la nostra
parte, ciascuno al suo posto, in modo da proseguire il nostro cammino
preparando il futuro perché in ascolto del passato e appassionati nel
presente.
Saranno le persone, la preghiera, le risorse in campo, il tempo, a
continuare l'opera dello Spirito e mettere in mano i pennelli giusti
al momento giusto.
Intanto buttiamo sulla tavolozza i colori di questi
sogni.
Ogni colore è preceduto da uno spicchio di
quell'arcobaleno (la Parola di Dio) che fa intravedere la bellezza del
dipinto finale.
Quanti colori!!!
Ciò che ho scritto non è un "rigido programma".
Sono tanti tubetti di colore (che andranno poi mescolati insieme) per
continuare a dipingere il capolavoro di Dio: sono consapevole di subentrare
dopo il lavoro di tanti e di prepararlo per altri finchè un giorno lo
vedremo, purificato, in tutta la sua sfolgorante bellezza.
E chissà... quante cose ho dimenticato e quante idee si
aggiungeranno grazie al contributo, alla passione, alla creatività di
tutti voi.
Mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo:"Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. (Mt 26,26-28)
Sogno una partecipazione sempre più piena ad ogni Eucaristia
Domenicale, "cuore" della Vita di tutta la nostra
comunità cristiana: una bella accoglienza, puntualità di
tutti, un po' di prove di canto, chierichetti sempre più
entusiasti, gesti e segni semplici (magari da riscoprire), una profonda
attenzione alla vita quotidiana con il cuore aperto alla Parola e con lo
sguardo "fisso" su quel Pane spezzato. I canti liturgici saranno
il segno di una comunità che è in cammino per cantare ad una
sola voce la lode a Dio.
La Messa feriale come la sosta preziosa nella
fatica, bella perché semplice e ricevuta dalle Sue mani, dono
insostituibile. Per chi può, anche con un po' di sacrificio,
appuntamento importante per crescere nella vita cristiana: giovani,
fidanzati, sposi, anziani; prima o dopo il lavoro o lo studio.
Sogno un amore crescente per l'Eucarestia: in ginocchio davanti al Signore
perché Egli per primo si è sorprendentemente messo in
ginocchio davanti a me per lavarmi i piedi. In ginocchio davanti a
Gesù Eucaristia per imparare a incontrare ogni altra persona.
Per "accompagnare" così tanta gente, dal dono della vita
e del Battesimo all'annuncio della Resurrezione durante un funerale,
sarà necessario un folto gruppo di giovani e adulti appassionati che
con competenza e fedeltà si unisca a chi sta già svolgendo con
impegno il servizio liturgico.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. (Is 55,10-11)
Sogno di condividere con tutta la nostra comunità la passione per
la Parola di Dio. E' la Parola Bella che misura le altre e illumina il
senso di ogni cosa. E' la Parola che si compie nell'Eucarestia,
contenuta nella Sacra Scrittura.
Sogno di vivere insieme con voi momenti di ascolto della Parola:
da quelli solenni dei sacramenti a quelli più semplici vissuti
insieme ai bambini e con le famiglie, dall'avvio sistematico di alcuni Gruppi
di Ascolto della Parola a serate dedicate ad una conoscenza più
profonda del testo biblico.
Sogno che la Sacra Bibbia diventa un libro sempre più
"familiare", cuore di ogni catechesi e di ogni nostro giudizio.
Quanto è bello ricordare a memoria alcuni versetti ascoltati a Messa
o letti la sera prima e scoprirli "piccole luci" per i fatti
della giornata. Così dice Gesù, così fa
Gesù...
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli
disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più
degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto,
portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli
l'anello al dito e i calzari ai piedi...
(Lc 15,20-22)
Sogno una comunità cristiana che sperimenta sempre più la
Misericordia di Dio e ne diventa testimone. Ascoltare la Parola di Dio in
famiglia, vivere l'Eucarestia alla Domenica, essere perdonati dagli
amici o da persone care, ricevere spesso il Perdono di Gesù
attraverso il Sacramento della Riconciliazione, fa sperimentare, fin da
bambini, l'abbraccio misericordioso di Dio: è questo che fa
maturare uno sguardo benevolo e misericordioso su me stesso e sulle persone
con cui condivido le giornate.
Perdonare è divino. E noi
riceviamo in dono questa capacità se riconosciamo i nostri peccati,
ci lasciamo perdonare da Dio e facciamo traboccare sugli altri questo enorme
amore ricevuto.
Non c'è parrocchia senza perdono. Non
c'è famiglia senza perdono. Non ci sono relazioni umane senza
perdono. Il volto del Padre di Gesù è il Volto di una
misericordia infinita e sorprendente.
Dice Sant'Agostino
contemplando Gesù e l'adultera dopo che tutti si sono
allontanati: "Sono rimasti in due: la Misera e la Misericordia".
Questa sarà l'ultima Parola della storia.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni. (Mc 1,32-33)
Le persone segnate dalla sofferenza di qualsiasi tipo, in particolare gli
ammalati e gli infermi, sono misteriosamente associati alla Croce di Cristo
e sono "il cuore" della nostra Comunità.
Cristo ha
compiuto "l'opera più grande" quando non ha potuto
fare più nulla perché aveva mani e piedi inchiodati alla
croce.
Sogno di riuscire ad incontrare spesso chi è infermo e
ammalato per portare la presenza di Gesù Eucaristia e offrire la
possibilità della Confessione o di un dialogo spirituale.
Sono certo che inizialmente sarò aiutato a conoscere bene la situazione
e i bisogni ma sarà necessario mantenere sempre aggiornato questo
patrimonio di informazioni e di richieste. Del resto non è in gioco
soltanto l'informazione del parroco ma lo stile di tutta una
comunità.
Ciascuno si senta coinvolto in questa
"attenzione al bisogno" del familiare, del vicino di casa o di
condominio se giunge uno stato di sofferenza o di indigenza: tutto sia fatto
con discrezione e con delicatezza ma senza sottrarsi ad una richiesta di
aiuto, anche se silenziosa.
Stessa cura va dedicata alla visita in
ospedale: sia nell'informazione, sia nel reciproco coinvolgimento
perché sempre più giovani e adulti della comunità
dedichino del tempo ad una presenza presso i ricoverati nelle diverse
strutture sanitarie.
Saranno preziose anche la conoscenza e la
testimonianza di chi lavora nel mondo della sanità.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. (Lc 10,33-35)
Sogno di dare stabilità e continuità alle grandi intuizioni
e realizzazioni di don Armando. Subentro dopo una semina che ha già
dato dei raccolti bellissimi. Dai Centri don Vecchi alla Bottega Solidale
(compresi i magazzini per la ridistribuzione di vestiti e mobili usati),
dalla attenzione verso gli immigrati e verso chi non ha alloggio o non ha
lavoro alla presenza fedele della San Vincenzo. E chissà quante cose
ho dimenticato...
Tutte queste attività verso il mondo
della povertà chiedono il sostegno di nuovi volontari e di una cura
sempre più attenta nella gestione delle risorse e degli spazi.
Sogno di coinvolgere sempre più tutta la comunità (in tutte le
sue espressioni di età e di sensibilità) in questo campo anche
per individuare i bisogni delle "nuove povertà" del
nostro tempo che non sempre sono legate a povertà economica ma creano
altrettanta disperazione, emarginazione, solitudine.
Sarà
un'opera da affidare con coraggio alla Provvidenza e
contemporaneamente da realizzare insieme alle altre comunità
cristiane e in stretto dialogo con la comunità civile.
Certamente vanno continuate anche le molte iniziative di carità
presso paesi lontani attraverso l'azione dei nostri "gruppi
missionari", allargando le collaborazioni e il coinvolgimento di
tutti.
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano
chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei
Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse:
"Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i
discepoli gioirono al vedere il Signore... Otto giorni dopo i discepoli
erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù,
a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".
(Gv 20,19-20.26)
Sogno una comunità cristiana che si raduna tutta nel "Giorno
del Signore"; una comunità che attende e prepara questo momento
e che ad esso attinge per vivere ogni giornata.
Una comunità che accoglie dalle mani del Crocifisso Risorto il giorno della Festa e della
Pace, della pienezza della vita. Una comunità che fa della Domenica
il Giorno che dà senso a tutti gli altri giorni. Il "Giorno del
Signore, della Risurrezione" dove l'Eucarestia è il cuore
di un giorno dedicato all'incontro, alla cura della felicità di
tutti, a crescere insieme nella capacità di affrontare con la fede i
passi della vita. Il "Giorno del Signore" dove si sperimenta di
essere Famiglia di famiglie, tutti legati da quella parentela speciale con
Cristo che "illumina" per accogliere e raggiungere chiunque
nella vita di ogni giorno.
Troveremo i tempi per affrontare
l'agenda rigonfia di appuntamenti e custodire, nel modo migliore
possibile, questo dono grande, frutto della Pasqua, che è la
Domenica.
Disse allora lo Spirito a Filippo: "Và avanti, e raggiungi quel carro". Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?". Quegli rispose: "E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?". Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: "Ecco qui c'è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?". Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò. (Atti 8,29- 38)
Sogno di condividere con tante persone la passione per l'annuncio
del Vangelo, in particolare agli adulti che sono "mossi" alla
riscoperta della fede, che sono in ricerca. E' la vita che provoca il
"riaffacciarsi" alla finestra del Vangelo e della Chiesa: il
matrimonio, la nascita dei figli e la loro educazione, le fatiche
dell'adolescenza e le prime scelte di vita, difficoltà nel
lavoro o negli affetti, la malattia e la vecchiaia, il dover affrontare la
morte di persone care o la solitudine.
In tutte queste situazioni
è necessario essere pronti per un annuncio occasionale del Vangelo ma
anche "organizzarsi" per offrire uno sguardo di fede, un luogo,
una comunità che accompagna. Spesso anche il catechismo ai bambini e
ai ragazzi è dentro questa varietà di situazioni.
Pur mantenendo i percorsi tradizionali (sacramenti dell'iniziazione
cristiana, catechismo e campiscuola) sogno di pensare e attuare, insieme a
tutti i catechisti e gli educatori, iniziative "trasversali" per
un primo annuncio, per una riscoperta sistematica anche dei contenuti della
fede (inseparabili dalla pastasciutta e da un buon bicchiere di
vino...).
Un'attenzione speciale richiederà tutta la
fascia degli adolescenti e dei giovani: non basteranno
"percorsi" particolari; saranno necessari fratelli e sorelle
"maggiori" che si dedicano a loro da testimoni nella fede,
conoscitori veri del mondo giovanile della scuola,
dell'università e del lavoro...
Sogno di potermi "formare" insieme a tutti i catechisti e gli educatori della
comunità offrendo ed indicando le più diverse
possibilità in parrocchia, in diocesi o a livello nazionale.
La prospettiva più grande è quella di prendere sul serio
l'invito a portare il Vangelo "fino agli estremi confini della
terra": è il mondo della "missione" presso popoli
che non hanno mai sentito parlare di Gesù. Già molte persone
presso la nostra comunità stanno aiutando nei loro bisogni materiali
tante persone di paesi lontani attraverso l'attività dei
missionari. Speriamo che questo muova il cuore ad accogliere una vera e
propria chiamata a portare il Vangelo in terre lontane, dedicando a questo
tutta la vita.
Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! (Ef 5,31-32)
Il mondo della famiglia, Chiesa domestica, è lo snodo attraverso
il quale passa tutta la vita di una comunità parrocchiale, famiglia
di famiglie.
Famiglie e gruppi di vario tipo ma sempre con la
caratteristica familiare o ad essa legate.
A tal punto che diventa un impegno di tutta la comunità cristiana
trovare un calore familiare a chi si trovasse solo.
Direi di più: una comunità
cristiana che non fa fare esperienza di famiglia a chi la incontra durante
l'Eucarestia o in altre occasioni rischia di non dare testimonianza al
Vangelo di Gesù.
Il nostro Dio è Trinità.
E' un Dio famiglia e il suo Amore è primariamente Amore
nuziale.
La famiglia cuore della Chiesa e cellula della società
va sostenuta e curata in modo speciale.
La modalità più
sana è quella di offrire alle famiglie, e agli sposi in particolare,
luoghi dove incontrarsi, confrontarsi sulla vita quotidiana e aiutarsi. Non
fermandosi però soltanto ad una generica "assistenza
familiare" o ad una risposta al ritrovato bisogno di
socialità.
"Muoversi" con lo sguardo della fede, in
sintonia con tutta la comunità, permette di dare testimonianza negli
ambienti più diversi e di invitare ad appartenere a quella Chiesa che
mi dona una famiglia di famiglie al seguito di Gesù.
Sogno perciò di consolidare la presenza dei gruppi sposi e
contemporaneamente di renderli luoghi aperti, attraversati da tutta la
vitalità della comunità. "Luoghi" dove emergono
proposte e disponibilità, dove si incrocia l'opera dei
catechisti con quella degli operatori della carità, dove viene
promosso il dialogo tra generazioni, dove vengono arricchiti e sostenuti i
progetti per i giovani, dove giungono suggerimenti e collaborazioni per la
liturgia o per i rapporti con la società civile...
Penso alla realtà degli sposi e delle famiglie come una attenzione
pastorale in continuo rinnovamento sempre più in profonda
collaborazione con il parroco e gli altri operatori pastorali.
Tante e decisivi i campi di azione. Solo per citare i più delicati:
accompagnamento di coppie in difficoltà, educazione dei propri figli -
e dei giovanissimi in genere - all'amore e all'affettività,
preparazione al Sacramento del Matrimonio e del Battesimo, accoglienza
della Vita (adozioni, no all'aborto, handicap...), aiuto per la benedizione
delle famiglie, valorizzazione della ricchezza dell'azione educativa dei
nonni, ricerca del lavoro e della casa, economia domestica...
e tutto questo dentro la bellezza della Fede cristiana, della Parola
e dell'Eucarestia, della Chiesa.
-Gesù rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca". (Mt 19,11-12)
-Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle.Quando Mosè alzava le mani, Israele era il piùforte,ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek.PoichèMosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero unapietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le suemani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto delsole. (Es 17,10-12)
La presenza di un monastero di suore di clausura è un dono grande
per la nostra parrocchia. E' bello sapere che durante il tuo lavoro,
il tuo studio, la tua vita in famiglia c'è qualcuno che ti
accompagna con la preghiera perché ha dedicato la vita per questo.
Sogno di valorizzare "il luogo" del monastero e la sua
chiesetta per vivere insieme momenti di preghiera (occasionali o
sistematici) ma non solo.
Sogno di partire da questa loro preziosa
presenza e anche dalla testimonianza delle persone consacrate presenti a
vario titolo dentro la vita della nostra parrocchia (preti compresi), per
ricordare a tutti, ragazzi e ragazze, la possibilità della Vita
Consacrata (che ovviamente può assumere le forme più diverse,
dalla vita contemplativa, al servizio pastorale o in una consacrazione
"secolare").
La vita ordinaria della comunità
cristiana accompagna a pronunciare il Sì fondamentale a Gesù
Cristo (in questo senso la vita stessa è Vocazione) ma a qualcuno il
Signore depone nel cuore un desiderio in più. E' una
possibilità che va verificata per non "perdere" il
proprio posto nella storia solo per paura o perché nessuno ci ha
aiutati a capire. Come e più di un innamoramento, anche il pensiero
di consacrarsi a Dio va affrontato seriamente: potrebbe essere l'Amore
decisivo.
Ogni battezzato adulto della comunità è
chiamato a "prendersi cura" della crescita cristiana dei
più piccoli; ciascuno per la sua parte, condivide la
responsabilità di aiutare un/una giovane a rispondere alla chiamata
del Signore, qualsiasi essa sia.
Gli presentavano anche i bambini perchè li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perchè a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà". (Lc 18,15-17)
Sogno un patronato e dei campi da gioco sempre più pieni di
bambini e di giovani/adulti che li accolgono, li conoscono, li amano come li
ama Gesù.
Sogno "Il germoglio" come un luogo
prezioso e delicato dove tutto questo viene preparato con una cura estrema
perché, in stretta collaborazione con le famiglie, ciascun bambino
sperimenti di essere accolto, amato, valorizzato fin dai primissimi mesi di
vita.
Sogno di non lasciare al caso o all'improvvisazione
nessuna iniziativa per i bambini. Sogno di prepararla con i genitori, con i
catechisti, con animatori del patronato, con gli altri educatori coinvolti:
insegnanti della scuola elementare e media, mondo dello sport, reparti
pediatrici e associazioni specifiche, consultori...
Sogno di
riuscire a coinvolgere molti giovani e adulti che facciano sperimentare un
patronato "abitato" e pensato: non solo spazi da utilizzare ma
persone da incontrare che giocano insieme con te e fanno due chiacchiere con
i più piccoli perché affascinate da quel Cristo che accoglie i
bambini.
E, a partire da qui, largo alla fantasia: Domeniche a tempo
pieno, incontri dei nostri gruppi di ragazzi a tutti i livelli, momenti di
spiritualità e di gioco, campiscuola a Gosaldo, attività
estive (Grest), proporre ai ragazzi gesti di carità, promuovere il
concorso presepi, campionati di calcio, incontri vicariali, aiuto nello
studio, realizzazione di musical o spettacoli teatrali, valorizzazione del
Parco della Bissuola...
"Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. (Mt 19,16-22)
Questo sogno si inserisce in quello precedente dei bambini e dei ragazzi.
Tutto quello che ho sognato per i ragazzi (riguardo al Patronato, a Gosaldo,
alle attività al Parco e alla presenza di educatori, ecc.) vale anche
per i giovanissimi e i giovani.
Qui però, pensando
all'età della giovinezza, il mio sogno si fa più
specifico.
L'adolescente è chiamato a far la fatica di
"rinascere" e di riconoscere la propria identità, dentro
a un groviglio di relazioni, di esperienze in tante direzioni, di disistima
di sé e di desideri contrastanti. Il giovane si troverà poco
dopo a dover prendere decisioni importanti circa la vita affettiva e di
coppia, la gestione del legame con la famiglia di origine, il percorso di
studi e la prospettiva lavorativa, la stessa esperienza religiosa e di fede
(senso della vita), il rapporto con la società e la politica,
l'uso dei beni e dei soldi...
Sogno una comunità
cristiana che offra ai giovanissimi e ai giovani luoghi, persone e proposte
che li accompagnino a rispondere Sì alla vita e Sì al Signore
della vita.
Insieme al Patronato, e a tutta la sua possibile valenza
di luogo educativo, va custodita l'attenzione ad una presenza discreta
dell'educatore e del prete che "accompagna"
all'incontro con Cristo, ad un inserimento attivo nella
comunità, ad un coinvolgimento di mente, cuore e volontà alle
proposte più diverse (magari cogliendo le capacità specifiche
di ciascuno).
Molte sono le possibilità che conducono
all'accoglienza della vita e alla riscoperta della Fede cristiana:
vanno offerte tutte nella fiducia che sarà il giovane a scegliere
(anche in base alla loro significatività e alla propria storia
personale).
Partecipazione ai gruppi parrocchiali di incontro e
formazione; esperienze associative (scout, AC, San Vincenzo,
francescani...) o con movimenti ecclesiali; percorsi di riscoperta
della fede come la "Redditio Symboli". E inoltre: esperienze
specifiche nazionali o internazionali, pellegrinaggi, esperienze di
spiritualità e di servizio parrocchiale o diocesano; valorizzazione
di capacità musicali, artistiche, tecniche, sportive...
Tali momenti formativi e tali esperienze non devono però essere
"mattoni isolati" che alla fine formano soltanto un cumulo
informe di materiale.
Ciò che conta è che ciascuna
proposta conduca all'incontro con Gesù crescendo
nell'esperienza di Chiesa che pone al centro l'Eucarestia e un
cammino comunitario (mai solitario).
Oggi si rilevano percorsi diversissimi per giungere alla riscoperta della fede e
all'appartenenza alla Chiesa: ecco perché oltre ad offrire una
formazione "ordinaria" dentro la vita parrocchiale e/o
associativa (con tutta la sua insostituibile ricchezza) vanno anche mostrate
e sostenute le altre possibilità che inizialmente passano per altri
canali (nazionali, internazionali, interessi particolari...) ma che
possono sfociare ugualmente a generosi Sì al Signore.
Certamente va aumentata l'attenzione e il collegamento con il mondo
della scuola, dell'università e del lavoro anche con
un'azione specifica di alcuni adulti competenti soltanto per
questo.
Gli ultimi due pensieri:
- Attenzione nella cura della
Liturgia in modo che le celebrazioni (Eucaristia, Sacramento della
Riconciliazione, Matrimoni) siano partecipate e preparate maggiormente dai
giovani stessi.
- E' decisivo infine che tutta questa attenzione
alla pastorale giovanile non si fermi alla dimensione parrocchiale; si
arricchisca collegando tutte le realtà del vicariato e si nutra degli
appuntamenti diocesani (e internazionali) lungo il corso dell'anno.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio.[...]
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. (Lc 2,25-28. 36-38)
Nella nostra comunità, anche per la sensibilità di don
Armando, è presente una cura particolare per tutto il mondo degli
"anziani". Mondo sempre più diversificato (enorme tesoro
di competenze e di relazioni insieme a difficoltà) con esigenze
continuamente nuove.
C'è chi è rientrato a tempo pieno nel compito educativo
come nonno e come nonna, c'è chi si ritrova "rallentato"
dagli acciacchi, chi è sostenuto da un reddito più
che sufficiente e chi improvvisamente si è scoperto sulla soglia
della povertà, c'è chi è sostenuto da figli e parenti
e chi si ritrova solo e magari con lo sfratto alle porte...
E' un mondo che rivela bisogni diversissimi e
contemporaneamente è un grande dono per le famiglie e la
comunità.
Insieme ai Centri don Vecchi, al Ritrovo e alla
continuità per le iniziative già presenti (coinvolgimento
nelle attività di volontariato, animazione di momenti di incontro,
sostegno caritativo...) saranno da cogliere le novità pastorali
che questo "mondo" sta suggerendo soprattutto nel campo della
famiglia, del "primo annuncio", del rapporto con la
società civile.
Sogno che tutti si sentano responsabili e che
questo impegno crei un rinnovato dialogo tra le generazioni.
Al mattino, Gesù si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava (Mc 1,35)
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. [3] Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo (Lc 7,2-3)
Sogno la possibilità di iniziare e chiudere la giornata pregando
insieme lodi e vespri con una piccola comunità che diventa
espressione di tutti. Può diventare uno spazio di preghiera stabile,
accolto da chiunque a seconda dei tempi e dei ritmi di ogni giornata.
Cercheremo di dare continuità alla preghiera fedele del Rosario e di
suggerire anche attenzione alle quei piccoli ma preziosi momenti di
preghiera in famiglia prima dei pasti o in particolari occasioni.
Sogno anche una ulteriore partecipazione alle diverse proposte di esercizi
spirituali da parte dei giovani e degli adulti, magari proponendo anche un
momento comune annuale.
Sarà bello valorizzare luoghi e spazi
per la preghiera (sia interni, – ad es. la chiesetta del monastero
di clausura – sia esterni – ad es. i capitelli con le
madonnine).
Gesù disse loro: "Dategli voi stessi da mangiare". Ma essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente". C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: "Fateli sedere per gruppi di cinquanta". Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perchè li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste. (Lc 9,13-17)
Coordinare l'azione di una comunità come la nostra chiede la
consapevolezza della preziosità dei cinque pani e dei due pesci: ogni
piccolo contributo in risorse e in tempo va valorizzato. Contemporaneamente
non bisogna cessare di invitare tutti a condividere pani e pesci.
Una
volta che pani e pesci sono sull'erba (risorse economiche, strutture,
spazi, persone con le competenze più varie, disponibilità,
materiali di ogni tipo...) è importante mettere a frutto tutto
per "moltiplicarlo" in vista della Carità e
dell'annuncio del Vangelo.
Qui emerge evidente la
capacità di don Armando di valorizzare e di coordinare le risorse.
Io spero almeno di riuscire a custodire quello che ricevo e di dare
continuità e stabilità alle molte iniziative.
Sogno una
Segreteria, un Consiglio per gli Affari Economici e un gruppo di
collaboratori (in base alle competenze necessarie) in continuo dialogo con
la nostra comunità, con il Consiglio Pastorale, con le altre
comunità cristiane e con il territorio, che condividano con me la
"sfida" di mettere in comunicazione ogni realtà con le
altre, di valorizzare tutte le risorse per sostenere nel modo migliore
ciò che va salvaguardato e avviare le novità che la storia ci
chiederà.
Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve.Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. (Lc 22,26-27)
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. (Mt 25,34. 40)
Tutte queste parole rimarrebbero tali se non ci fossero persone che
donano il loro tempo e le loro competenze per la vita della comunità
cristiana e la testimonianza del Vangelo della Carità.
Don Armando è stato capace di individuare i doni di tante persone e di
coinvolgerle con passione per tanto tempo. E' un patrimonio di
capacità e di relazioni da custodire e per il quale ringraziare il
Signore.
Sogno di continuare, con il mio stile (e i miei limiti),
questa "chiamata" al servizio del Vangelo perché la
nostra comunità continui ad essere una testimonianza preziosa di
gratuità, di Carità.
Sogno di coinvolgere anche molti
più giovani e famiglie in questa "avventura del Vangelo"
ed anche di allargare ulteriormente il campo delle possibilità di
Carità inserendovi tutte le prospettive e le attenzioni elencate
sopra: dal patronato alla formazione, dalla liturgia
all'accompagnamento verso il matrimonio o il battesimo,
dall'aiuto nella gestione delle strutture alla presenza nel
territorio...
Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro. Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere in Efeso, perché tu invitassi alcuni a non insegnare dottrine diverse e a non badare più a favole e a genealogie interminabili, che servono più a vane discussioni che al disegno divino manifestato nella fede. Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. (1Tm 1,1-5)
Sogno una comunità parrocchiale desiderosa di incontrare e di
collaborare con le altre comunità cristiane del vicariato, con gli
altri preti e gli altri responsabili pastrorali (a tutti i livelli).
Sogno una comunità che si sente parte della Chiesa locale di Venezia
guidata dal Patriarca.
La partecipazione alle iniziative diocesane e
agli appuntamenti comuni va colta come una dimensione decisiva e vitale per
la parrocchia; va colta come espressione della vita di un corpo che desidera
raccontare in modi diversi l'unico volto di Cristo, ultimamente
garantito dalla presenza del successore degli apostoli.
Gli Uffici e
le strutture diocesane devono operare per essere veramente a servizio della
vita delle comunità e le comunità sono chiamate ad imparare a
camminare insieme, secondo indicazioni comuni, per crescere nella
Comunione.
In questa direzione è evidente una fatica reciproca
ma è altrettanto evidente l'attesa da parte delle persone,
anche non credenti, di una testimonianza di unità, di
riconciliazione, di dialogo, di capacità di lavorare insieme, di
scelte condivise.
Di ritorno dalla regione di Tiro, Gesù passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli (Mc 7,31)
Sogno una comunità cristiana "in ascolto" della vita
del territorio, del quartiere, dell'intera città. Per molti
aspetti si tratterà di garantire una continuità, per altri
sarà l'occasione di inventare "appuntamenti" per
portare la vivacità e la voce della comunità cristiana in
alcuni luoghi pubblici (parco della Bissuola o di San Giuliano, teatri,
piazze...).
Sarà prezioso continuare il dialogo con la
Municipalità di Mestre-Carpenedo e rendersi presenti, come famiglie o
come operatori, nel mondo della scuola, dell'economia, del lavoro,
della cultura, per offrire indicazioni o disponibilità a partire da
uno sguardo di fede.
Questo sguardo "senza frontiere" va
promosso particolarmente tra i giovani perché riscoprano
l'importanza di una presenza attiva e progettuale nel mondo della
politica e della gestione della cosa pubblica.
Tali sottolineature
della "località" non dimenticano il necessario respiro
universale per promuovere la giustizia e la pace a livello mondiale e nello
stesso tempo chiedono a ciascun cristiano di essere tessitore di relazioni
con chi abita nella casa di fronte o nel piano di sopra.
Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune. (1Cor 12,4-7)
Sogno di aumentare in ciascun componente della comunità il
desiderio di conoscere tutti i tratti del volto con cui essa da
testimonianza in una originaria unità in Cristo. Sogno di porre
sempre più in ciascuno il desiderio di conoscere le altre persone,
gli altri gruppi, associazioni e movimenti per gioire di questa ricchezza e
diversità. Raccontare la passione che spinge la propria realtà
e ascoltare il carisma che sta muovendo l'altro porta a ringraziare il
Signore per la varietà di forme con cui il Vangelo viene annunziato:
il gesto di aiuto al bisognoso, la serata culturale, la preghiera
quotidiana, l'educazione dei figli, il lavoro in azienda,
l'insegnamento a scuola, la crescita dei ragazzi...
Una conoscenza sempre maggiore dei volti e dei nomi aiuta la stima reciproca e
permette di lavorare sempre più insieme, con mete comuni, nel
rispetto e nella valorizzazione dell'identità di ciascuno.
La Comunione, dono di Dio, viene prima delle nostre considerazioni.
Sgorga dal Mistero Pasquale celebrato nell'Eucarestia Domenicale. Essa
ci raduna tutti nell'ascolto dell'unica Parola che salva e si
compie nel Pane spezzato e distribuito, comunione piena con il Corpo e il
Sangue di Cristo.
Sogno di poter offrire le occasioni per crescere in
questa conoscenza reciproca, per agire verso alcune mete comuni coinvolgendo
tutta la comunità, allargare la presenza di associazioni e
realtà ecclesiali.
"Riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro. Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare.
Dopo lunga discussione, abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi di..." (cfr. At 15)
Sogno di fare una vera esperienza di comunione nelle serate di incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale e delle altre equipe pastorali o associative. E' un dono il radunarsi insieme cercando di individuare la via indicata dal Signore per far crescere la nostra comunità e annunciare il Vangelo nella vita di ogni giorno. "Esperienza di comunione" non significa fare un omogeneizzato delle opinioni ma giungere con fatica insieme verso un orientamento comune dopo il contributo di tutti. Chiedo al Signore, per tutti noi, la capacità dell'ascolto e del discernimento e la conseguente disponibilità a camminare insieme, ciascuno con i suoi doni.
Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi
discutere, e, visto come Gesù aveva loro ben risposto, gli
domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?"...
(Mc 12,28)
Sogno di poter offrire in più occasioni un luogo di confronto e di ascolto per poter giungere a cogliere qual è lo sguardo di fede su fatti o interrogativi che giungono dalla vita quotidiana, da avvenimenti internazionali o da dibattiti legati a temi di attualità (dal punto di vista etico, sociale, economico). Sarebbe ancora più bello che si consolidasse la presenza di un gruppo di persone attente ad individuare e promuovere tali opportunità (adattando la proposta alle varie età della vita: dai ragazzi agli anziani).
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. (Mc 2,1-4)
Sogno di capire insieme con voi il modo migliore per rendere le molteplici strutture della parrocchia, sempre più "luoghi" di incontro con la comunità cristiana e con la presenza del Risorto.
Si tratterà di dare continuità ad uno stile di
sobrietà e di carità ed insieme trovare le strade per cogliere
cosa il Signore ci domanda oggi. Rivolgiamo e riceviamo molteplici richieste
di affetto, di ascolto, di "familiarità", di silenzio, di
gioco (e non di puro agonismo), di stare insieme davanti a una pastasciutta,
di confronto tra persone vere (e non davanti a un video): questo vale per
tutte le età e nelle situazioni più diverse della vita.
Non si tratta però soltanto di offrire un "servizio" ma
di proporre una vita di comunità, di presentare con i gesti e la
parola l'affascinante bellezza di essere discepoli del Signore
Gesù.
Sono perciò urgenti "luoghi" dove
accogliere bambini, ragazzi, giovani, famiglie, anziani, persone sole o
straniere. Molte volte siamo imbarazzati perché non possiamo dir loro
"vieni e vedi"...
I Centri Don Vecchi, il Ritrovo, le
molteplici attività e strutture caritative per poveri e anziani,
Villa Flangini e Malga dei Faggi, il Germoglio, il Patronato stesso,
raggiungono alcune realtà e coinvolgono moltissimi volontari...
ma oggi è necessario sognare ancora di più.
Sogno di coinvolgere tutta la comunità. Sogno di "muovere", con
l'aiuto di chi già sta operando, altre persone, giovani e meno
giovani, che continuino la tradizione e siano anche attente a tutte le
novità del nostro tempo.
Un "patronato" aperto
spesso perché "abitato" da giovani e adulti che accolgono
gente di ogni età ed indicano "stanze" dove trovare un
calcetto e un ping-pong, dove fare una chiacchierata davanti a un bicchiere,
dove passare una serata culturalmente impegnativa, programmare un intervento
di carità, affrontare insieme problemi familiari legati alla scuola o
al lavoro... e poi fuori... al campo da calcio, pallavolo o
basket... fin su tra i monti e le colline durante l'estate o nei
week-end.
Il catechismo e gli incontri formativi (a tutti i livelli)
vissuti in quelle stesse stanze non sono "un'altra cosa":
sono espressione della medesima attenzione, coinvolgendo in una proposta che
accompagna più al "cuore" della fede cristiana, a
ciò che muove la disponibilità di chi "anima" le
strutture parrocchiali in pianura o in montagna.
Chi lo vorrà
scoprirà la bellezza di radunarsi il Giorno del Signore nel
"luogo" per eccellenza, dove si celebra l'Eucarestia per
tutta la Comunità.
Infine potrà accadere anche
l'opposto: chi non fosse mai passato per il patronato perché
rimasto soltanto in chiesa, forse invitato da qualcuno, scoprirebbe anche
questo luogo come espressione della comunità cristiana.
Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. (Mc 16,15 ss)
Sogno di riuscire a valorizzare al meglio tutti gli strumenti di
comunicazione a mezzo stampa che don Armando ha accuratamente seguito per
tanti anni.
Sogno di fare della "nostra" carta stampata (e
del nostro sito internet) uno strumento di informazione capillare e
immediata oltre che un luogo di confronto, di racconto di esperienze e di
dibattito. Sarebbe bello che tutte le espressioni della vitalità e
dell'operatività della nostra parrocchia desiderassero
contribuire con un articolo, con una foto, con una riflessione ad arricchire
la nostra "buona stampa" (ed anche il nostro archivio audio).
Certamente sarà necessario un coordinamento e un progetto comune
per dare ritmo ad ogni uscita ed essere pronti in caso di necessità
per raggiungere con le informazioni gli interessati.
Sogno inoltre uno
scambio fruttuoso tra il nostro lavoro e i "media" diocesani
(GVradio, GVonline e Gente Veneta).
L'angelo disse loro: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". (Lc 2,12-14)
Pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito
della sapienza.
La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la
ricchezza al suo confronto;
non la paragonai neppure a una gemma
inestimabile, perchè tutto
l'oro al suo confronto è un pò di sabbia e come fango
sarà valutato di fronte ad essa l'argento.
L'amai più della salute e della bellezza, preferii il suo possesso
alla stessa luce, perchè non tramonta lo splendore che ne promana
(Sap 7,7-10)
L'articolo e una foto di cronaca descrivono.
Un quadro, una
poesia, un brano musicale, una foto "pensata"... vanno in
profondità. Raccontano il mistero: per questo sono
"belli". E la Bellezza è espressione della presenza e
dell'opera di Dio. ("E Dio vide che era cosa bella. Primo
giorno" Gen 1). Dentro, prima e dopo della Bellezza, il cuore
umano assapora la Sapienza di Dio, ciò che rende "bella"
una cosa "bella", il senso ultimo delle cose (l'amai
più della salute e della bellezza). La Sapienza di Dio arriva
addirittura a farci cogliere la bellezza della Croce (nella misura in cui
è inserita nel Mistero Pasquale): la potenza di un bambino in una
mangiatoia, la bellezza dell'apparente sconfitta di un perdono senza
condizioni, la cura con cui un'innamorata si fa bella per incontrare
la persona che ama...
Il genio dell'artista consiste nel
ridurre al minimo lo scarto tra l'esattezza della rappresentazione e
la sua profondità. Il linguaggio dell'Arte è un
linguaggio "aperto": non conclude e non ingabbia, ti invita a
metterti in viaggio...come una parabola raccontata da Gesù.
Questi passaggi (anche un po' impegnativi) comunicano il mio sogno
di valorizzare tutte le espressioni dell'Arte: dalla musica alla
letteratura, dalla pittura all'architettura.
Custodire e
conoscere ciò che ci è affidato, promuovere in parrocchia
occasioni per capire e "gustare" le più diverse forme
artistiche, allargare lo sguardo e la passione per le immense
possibilità date da Venezia e da tutto il nostro territorio.
Espressione quotidiana di tutto questo: curare e rendere sempre più
bella la nostra chiesa parrocchiale perché sia espressione del volto
della nostra comunità, Volto di Fede, Speranza e Carità.
Questo sogno è l'ultimo della lista ma è quello che
dà gusto a tutto il resto. Infatti: "dulcis in fundo".
Signore, aiutami e aiutaci a distinguere la tua voce.
Aiutami, aiuta ciascuno di noi, a dirti: "Parla, Signore perché
il tuo servo ti ascolta". (1Sam 7)
Se sarà così, ogni piccolo gesto compiuto, ogni parola
bella pronunciata sarà un passo in avanti verso il compimento del
tuo disegno d'amore.
E' sbagliato sognare restando seduti per fuggire dalla realtà. Come
è altrettanto pericoloso brontolare dicendo che non c'è
più niente da fare. Signore, aiutaci ad avere una lucida
consapevolezza del punto in cui ci troviamo e nello stesso tempo donaci un
appassionato desiderio di coinvolgere tutti per compiere ogni giorno un
passo con te.
Quando siamo innamorati le pensiamo tutte per poter "raccontare"
al meglio il nostro amore.
Accada così anche per questi nostri "sogni" da realizzare
rigorosamente con il contributo, la passione, l'opinione, la capacità
di tutti.
La nostra comunità le pensi tutte per mostrare cosa
è disposta a fare per amore tuo e per amore di
quell'umanità per la quale Tu, il Crocifisso Risorto, hai dato
tutto te stesso.
Durante l'ottobre del 2008 cadrà il 150° anniversario della dedicazione della nostra chiesa parrocchiale! Sarà un occasione speciale per riscoprire nel modo più bello l'essere comunità cristiana e annunciare con ancora più freschezza e passione il Vangelo di Gesù.
Vi saluto tutti con
gioia, ricordiamoci a vicenda nella preghiera
Don Danilo Barlese
© Parrocchia di Carpenedo - Mestre (VE)