Gli artisti ospitati a "La Cella":
Patrizia Salvataggio

La critica

Mostra 407, proposta dal 6 al 18 febbraio 2005

Gli acquarelli a tecnica mista che Patrizia Salvalaggio presenta a "La Cella" sono monotematici: "Riflessi sulla Riviera del Brenta", "Riflessi d'Autunno", Riflessi d'Estate", "Giardino sull'acqua", "Le quattro stagioni", "Autunno sul fiume" ... Alberi, intrecci di rami, corsi d'acqua, argini, ombre, luci, atmosfere, trasparenze, colori sono di impronta impressionista, ma non come fenomeno ottico, nei valori di tono e di composizione.

Vi si inserisce l'emozione nel combinare il ritmo delle forme di ogni aspetto della realtà. Linee e colori sono intenzionalmente concepiti per la ripetizione del motivo, in una griglia di verticali, quindi di equilibri e di proporzioni, che sono espressione di vera realtà, vista in modo intenso e raro.

L'acquarello, pur molto denso, non consente di sfruttare gli effetti ottenibili dall'impasto dei colori ad olio, perciò le partiture sono zonate di macchie d'oro e d'argento per creare lampi come in una catena di spot. Macchie, anche allusive, che fermano la luce in attimi mobili. La gamma, divenuta translucida, sembra fatta di vibrazioni sommerse, in scorrimento di luce cangiante e accelerato. In ogni dipinto troviamo ciò che l'ha preceduto e ciò che lo ricompleta, attraverso elementi accessori e stadi successivi che mostrano un ciclo raccolto nella semplificazione di un altro ciclo, in un'identità fondamentale, in nuovi valori, in una sorte di astrazione, la vera attrattiva rivelatrice del suo indagare pittorico.

E' uno screening ambientale che fa coincidere il ripiegare delle forme su se stesse, in quanto ogni esperienza di realtà deve rivelare una struttura costante della realtà, una metrica di variazioni di colori e di luci.

Un riscontro in cui i colori si influenzano reciprocamente secondo l'esigenza di una legge sempre da scoprire, nello spazio scandito dagli alberi, in una prospettiva frontale che registra le concrezioni naturali di luce e di atmosfera.

Febbraio 2005 - Giulio Gasparotti