Gli artisti ospitati a "La Cella":
Mario Rota

La critica

Mostra proposta dal 15 al 29 marzo 1998

Queste visioni animate che Mario Rota presenta a "La Cella" riproducono la trascrizione dell'iconosfera urbana mediante la disponibilità dei soliti elementi comuni alla pittura: lo spazio, la luce, la linea, la forma, il colore: Sono, infatti, paesaggi visti in un caleidoscopio di colori e di figure geometriche strutturate in movimento e in dimensioni diverse tali da modificarne i rapporti e l'immediatezza sensibile fenomenica.

E' come guardare -non trovo esempio migliore- il panorama da una Ferrari in corsa: le forme diventano sagome che si rincorrono, si sovrappongono, si allungano, si modificano, si confondono in un unico flusso, dove è solo lo spostamento a ri-produrre la realtà.

Cosi, la figurazione si converte in astrazione: le case, gli alberi, le strade mutano in cerchi, in quadrati, in rettangoli. I piani si inseguono e le tinte, negli accostamenti, suscitano la sorpresa di un qualcosa di nuovo, di persistente, di dinamico in intervalli di tempo commisurati allo spazio a causa dell'impressione ottica divenuta realtà dell'impressione e presenza reale del movimento.

Rota non si propone di ri-costruire sulla tela un fatto aneddotico, ma di costruire un sistema visivo formalizzante. Un colore emerge da lontano e viene individuato quando si trova a sostenere il tratto di luce più vicino ad altri colori che si compattano in fantastici scenari, in frammenti di icone ambientali, in orditi, in mimesi. Ogni nucleo si espande nel turbine della velocità con la forza delle vibrazioni di superficie, di profondità, di fuori campo. Il trompe d'oeil c'è anche qui e affiora dalla griglia compositiva, si ordina, si direziona sui ritmi e sui prolungamenti delle distanze, tra progetto e oggetto, tra l'andamento del paesaggio e quello della costruzione: in parallelo tra l'idea platonica e l'esperienza tecnologica.

Un'altra bella pagina di cultura pittorica. Per dirla con J. Habermas (filosofo della Scuola di Francoforte): "Il mondo si apre all'arte solo nella misura in cui si rischiara al contempo il suo proprio mondo" In altre parole, chi entra in Galleria vorrebbe trovare la coincidenza tra un oggetto e la sua rappresentazione che deve essere conforme alla idea che ha di quell'oggetto.

Il progresso però ha portato avanti, da anni, una concezione nuova nell'Arte, che agisce sulle tematiche e sugli stili.

Marzo 1998 - Giulio Gasparotti

Biografia

Mario Rota, nato nel 1935, vive e opera a Mestre (VE). Pittore professionista, si è formato nell'ambito della "Bevilacqua - La Masa" e della frequentazione dei maestri veneziani B. Longo, G. Pontini, R. Shultz, Tancredi e Borsato. Ha al suo attivo oltre 60 mostre personali e innumerevoli collettive in Italia e all'estero, due Biennali di Venezia, Polivalente a Palazzo Grassi, alla "Bevlilacqua - La Masa" dal 1954 al 1984, nonché varie mostre antologiche in varie città. Sue opere si trovano in Musei e Pinacoteche italiane, europee ed extraeuropee.