Gli artisti ospitati a "La Cella":
Luciana De Zorzi

La critica

Mostra 408, proposta dal 20 febbraio al 4 marzo 2005

Il guardarsi attorno potrebbe essere il vero soggetto dei quadri presentati da Luciana De Zorzi in questa mostra che prosegue l'annuale appuntamento a "La Cella" con l'arte al femminile. Paesaggi, vedute, scene di Carnevale, interni con manichini sono proposti secondo tradizione, pur esprimendo un'emozione dovuta alla scoperta di un accadimento, o di uno scorcio aggiornato su caratteristiche ambientali e della memoria.

A volte prevale l'accensione cromatica, altre le atmosfere, la matrice disegnativa, o la moltiplicazione di un tono disciolto nella luminosità. La lezione viene dal post-impressionismo, riveduto e corretto, nei lavori più recenti, in cui l'attenzione non trascura alcuni dettagli, presenze indispensabili di un dato momento creativo. Diversamente considerate in altre occasioni, allorché risultano più interessanti spazio e tempo al maggior respiro della composizione, mediante la messa a fuoco nell'inquadratura delle zone perimetrali. La gamma cromatica è sempre accordata lungo rapporti di efficace armonia di superfìcie, di taglio, di insieme, di figura. L'artista non dimentica che un dipinto, prima di tutto, è un piano ricoperto di colori accostati con ordine, equilibrio e proporzione, in una ricerca che va oltre il tema.

Anche i due interni con manichino, ai lati dell'ingresso, pur sembrandomi studi o bozzetti, sono un bell'esempio di annotazione viva e di ricerca di un punto di vista prospettico per un'indagine emblematica di vita.

Cambiano l'intensità e il tono dei colori e rimane, in generale, valido l'ordito iconico, quale spontaneo atto visivo, perché ogni cosa e ogni ambiente si ritrovano nella trama della realtà e nell'intenzione del racconto pittorico.

Nel suo guardarsi dattorno, la De Zorzi trova tutte le informazioni necessarie alle proprie regole linguistiche.

Febbraio 2005 - Giulio Gasparotti