Gli artisti ospitati a "La Cella":
Marilena Berti

La critica

Mostra proposta dal 15 al 27 febbraio 1998

Che cosa significano, che cosa rappresentano questi acquarelli che Marilena Berti, di turno a "La Cella", ha intitolato "sensazioni"?

Nell'opzione non-figurativa, si puó intravedere, qui, la prua di una nave che sta affondando. Lá le ciminiere di un paesaggio industriale lontano. Senza schemi preordinati, nello spazio del foglio, su fondi colorati dai contorni indefiniti e fluidi, si evidenziano componenti dinamiche e temporali frammezzate a risonanze di stati d'animo, di veritá e di immaginazioni interiori.

La collocazione ambigua, i sottili rapporti cromatici sfumati, nella loro interazione, sprigionano ritmi di spinte e controspinte, arpeggi di toni lividi e freddi (in prevalenza), mirati a saturare l'immagine di simboli e di significati intrinseci al colore, alla pennellata, ai contrasti, alla valenza di certi segni e di alcuni intervalli, che intersecano la campitura attraverso i mutamenti differenziali di chi osserva. La realtá si immerge per inabissarsi, perde gli elementi oggettivi (vdr. i due quadri ai lati dell'ingresso), assorbiti dai mutevoli equilibri compositivi, lasciando al colore il predominio strutturale. La forma si fa macchia, ovvero un "altro" modo di essere colore, usato per esprimere ogni stato di coscienza provocato da impulsi interni o esterni: la sensazione appunto.

La forza e la vivezza della sensazione si avvalgono del pregio cromatico degli accordi, delle luci, dei giochi delle sfumature, per compensare la visione dell'idea di forma, sospesa nella traccia inserita nello strato della materia pittorica, mediante stesure brevi accampate su strutture larghe.

Dalle profonditá, dagli squarci, dal vagheggiamento, dall'overall affiorano cosí gli slanci di linea-forma di un tempo inscritto nel quadro. E' cioé la soluzione plastica del tempo, tipica della pittura giapponese e cinese (nell'Impressionismo: il tempo naturale é scandito dalla varietá della luce) che recupera i brani della memoria, del sogno, della meditazione, delle considerazioni esistenziali.

Tra le vicende pittoriche omologate dalla tradizione che occupano la nostra scena pittorica, la scelta della Berti puó sembrare controcorrente. Pur difficile da leggere, é semplicemente un'altra faccia della pittura: la stessa differenza che corre in letteratura tra un romanzo di Liala e uno della Tamaro.

Febbraio 1998 - Giulio Gasparotti