Gli artisti ospitati a "La Cella":
Martino Avoni

La critica

Mostra 412 proposta dall'8 al 22 maggio 2005

Martino Avoni è alla sua prima uscita espositiva.
"La Cella" presenta una selezione dei suoi lavori più recenti, dove si può giustificare l'invito alla mostra personale.

Autodidatta, dipinge da anni, mischiando sabbia e collanti al pigmento, seguendo un proprio intuito, assodato in esperienza, senza badare a scuole e indirizzi, lungo un percorso sinora conosciuto da amici e conoscenti, a tappe autonome collegate alla sua sensibilità, con una discreta coerenza.

I dipinti esposti sono quindi da guardare senza pregiudizi e fuori da schematizzazioni scolastiche. L'interesse è dato dall'idea della materia-colore che emerge dispiegandosi secondo traiettorie di attrazione costitutiva dello spazio visivo. Nei due collages, le sovrapposizioni di carte raggiungono uguale effetto.

Le nature morte, i fiori, gli alberi, gli agglomerati urbani, gli scorci, la facciata della basilica, ecc, vivono nella pregnanza dei colori materici (terre, verdi, azzurri, rossi, gialli) di forza istintiva (non sono colori naturalistici), dissotterrando arcaismi ambientali, restituiti nelle partiture composte e negli accostamenti di tinte.

Voluta o meno, affiora una qualche simbologia, particolarmente là dove la tramatura materica si smaglia e si ammorbidisce nel riammettere la realtà. Lo sfogo espressivo, il gioco al rimando, la compiacenza per una logica formale geometrizzante, si compensano e si completano per via di segni e colori solidificati nell'immagine.

Non il soggetto, bensì l'immagine, ripeto, in sé e per sé, assunta come necessità ricostruita per ritmi e regole, nella severità dell'inquadratura, capace di metterne in evidenza i valori essenziali. Valori che sembrano inventati in quanto provvisti di una astrazione indeterminata, in cui si possono rinvenire luoghi, cose, memorie: gli elementi possibili di rispondenza visiva.

Maggio 2005 - Giulio Gasparotti